Dopo anni di vita travagliata, il 22 aprile, ha riaperto il Planetario di Roma nella nuova sede all’interno del Museo della Civiltà Romana.
Forse alcuni di voi si chiederanno ma che cosa è un Planetario?
l Planetario è uno strumento che, grazie ad un particolare tipo di proiettore, consente di riprodurre in modo molto realistico la volta celeste, proiettando, su uno schermo emisferico l’immagine delle stelle e degli altri corpi celesti.
I primi tentativi di realizzare un planetario risalgono probabilmente al III secolo a.c. ma per avere qualcosa di relativamente funzionale bisogna aspettare la metà del 1700 con l’Uranium, dell’astronomo inglese Roger Long, costituito da una sfera di oltre 5 metri di diametro provvista di piccoli fori dai quali la luce esterna entrava simulando le stelle.
Fu solo all’inizio del 1900 che venne realizzato il primo planetario che funzionava proiettando gli astri, il cosiddetto “Orbitoscope”. Ma il primo vero planetario moderno fu costruito dalle famose officine Zeiss che realizzarono, dopo 4 anni di studi, un complicato strumento ottico-meccanico che mostrava oltre alle stelle anche il moto dei pianeti. Il primo esemplare fu installato nel 1923 al Museo della tecnica di Monaco. Il planetario della Zeiss con vari modelli e aggiornamenti rimase in uso per moltissimo tempo fino a quando negli anni 2000 si iniziarono a produrre i planetari digitali ed i relativi software che hanno permesso una evoluzione grandissima nelle immagini proiettate.
A Roma il primo planetario fu inaugurato nel 1928. Lo strumento Zeiss era stato ceduto dai tedeschi come riparazione per i danni della 1 guerra mondiale. La sede scelta per l’installazione fu Aula Ottagona delle terme di Diocleziano e qui continuò a funzionare fino al 1983.
Quelli con qualche anno sulle spalle ricorderanno con piacere le lezioni tenute negli anni ‘70 da Renato Cialdea Professore di Fisica dell’Università La Sapienza. Si entrava, ci si sedeva sotto quella cupola enorme e poi lentamente, mentre le luci si abbassavano, il suono della “Piccola serenata notturna “ di Mozart ci trasferiva nel mezzo della notte mentre la voce, un po’ rauca, del professore ci introduceva nello spazio infinito.
Nel 1983 finì tutto. Problemi con la società che gestiva la sala e anche con le Belle Arti, che volevano lasciare scoperta la cupola dell’Aula, portarono alla chiusura del Planetario.
Solo nel 2004 si trovo una nuova sede, quella attuale, ma nel 2014, per lavori di ristrutturazione del museo, fu chiuso nuovamente.
Ora speriamo che questa riapertura ponga fine alle vicissitudini del Planetario che ora è dotato naturalmente di un nuovo e sofisticato sistema digitale e di una sala da quasi 100 posti.
All’ingresso, comunque, fa bella mostra di se il vecchio apparato Zeiss.
Ultimo aggiornamento: 26 Aprile 2022 by