Come tutti sanno l’aumento del prezzo del gas ha provocato una catena di aumenti un po’ per tutti, sia cittadini che imprese. L’energia elettrica e l’energia termica sono ormai indispensabili per la nostra vita e, salvo il voler rinunciare a tutto quello a cui siamo abituati e tornare ad uno stile di vita meno tecnologico, è urgente trovare nuove alternative ai combustibili fossili. Il ricorso a fonti di energia alternative è, probabilmente, l’unica soluzione possibile ma il passaggio non potrà essere rapido.
Attualmente la produzione non da combustibili fossile ha questa composizione:
15% della produzione deriva dall’idroelettrico,
8% dal fotovoltaico
6% dall’eolico
6% dai termovalorizatori
2% dal geotermico
I campi fotovoltaici, come pure quelli eolici, sono strutture ad alta tecnologia che hanno bisogno di molto spazio per essere realizzate.
In particolare per produrre un GWh di energia elettrica servono, in media, da 1 a 3 ettari di terreno.
Per arrivare ad una vera autosufficienza sarà indispensabile, quindi, occupare decine di km2 di territorio con i pannelli solari ma, nel frattempo, si potrebbe iniziare ad utilizzare i tetti degli edifici pubblici. Lo stato possiede migliaia di immobili sparsi in tutto il paese: scuole, caserme, uffici, depositi e molto altro, se si riconvertissero tutti i tetti in campi fotovoltaici, ci sarebbe di sicuro un bel risparmio. Per esempio ci sono circa 40.000 edifici scolastici che si potrebbero attrezzare con il fotovoltaico ed il solare termico e farli diventare non solo indipendenti energeticamente ma, probabilmente, anche fornitori di energia alla rete nazionale.
Un piano del genere, inutile negarlo, è abbastanza costoso e si scontra anche con la mancanza, per troppa richiesta, di materiali come pannelli solari, inverter, batterie ed altro ma, visto che è questa la strada del futuro, perché non incentivare la creazione di fabbriche per la produzione di questi prodotti, magari riconvertendo le varie industrie in crisi sull’orlo della chiusura? Un piano costoso, forse, ma potrebbe essere un buon modo per far ricrescere la nostra economia.
Intanto possiamo fare tutti la nostra parte cercando di limitare i consumi, evitando di lasciare luci accese dove non servono, utilizzando lavatrici e lavapiatti al massimo della loro capacità e con programmi eco, controllando la temperatura del riscaldamento, spegnendo computer e stampanti se non utilizzati. Anche i gesti più piccoli, come utilizzare i coperchi sulle pentole per far bollire prima l’acqua per la pasta, hanno la loro utilità.
Ci sono infine alcuni provvedimenti a costo zero che il governo potrebbe prendere e che ci permetterebbero di risparmiare, secondo alcune stime, circa 500 milioni di euro/anno, che non è poco. Si tratterebbe di mantenere l’ora legale tutto l’anno.
Un appello in tal senso è stato lanciato dalla Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima). Il passaggio permanente all’ora legale consentirebbe di guadagnare un’ora di luce e calore solare ogni giorno e, oltre al risparmio economico, eviterebbe, ogni anno, l’immissione in atmosfera di circa 200,000 Tonnellate di anidride carbonica.
Se volete associarvi a questa richiesta potete firmare la petizione su Change.org.
Ultimo aggiornamento: 15 Ottobre 2022 by