Non ci arrivi per caso a Sauris e nemmeno ci passi davanti, se proprio non vuoi. E’ la strada, una ventina di chilometri di curve, tornanti e gallerie in pavé, che seleziona il turista: qui ci viene chi ama la montagna vera, quella dalla bellezza un po’ aspra, qui ci viene chi apprezza quel carattere ostinato di gente che non vuole appaltare la propria terra al turismo mordi e fuggi.
Non è una località montana di gran moda Sauris: non ci sono tralicci giganti e seggiovie che solcano i pendii e nemmeno grandi alberghi. Ma c’è una quiete antica.
A Sauris, il comune più alto del Friuli Venezia Giulia, sono in quattrocento anime, divise tra Sauris di Sopra, Sauris di Sotto e Lateis, frazione affacciata su un bel lago che riflette il profilo delle montagne. Quando ogni posto letto è occupato, e accade solo in altissima stagione, si arriva al massimo a 800 abitanti, tra turisti e residenti.
La valle è magica. Circondata da malghe e dalle cime delle Prealpi Carniche, in estate è invasa dal sole e profuma di fieno; d’inverno, l’aria limpida e pungente fa esplodere il contrasto tra il verde pieno dei boschi e l’azzurro del cielo. Non puoi goderti simili paesaggi con una gita frettolosa.
Luca, saurano doc, il suo garni se lo è tirato su da solo, insieme al padre che ha una piccola impresa edile: ha acquistato un fienile, vecchio centocinquant’anni e forse più, e lo ha rimesso a nuovo trasformandolo in una casa calda e accogliente: appena una decina di camere, la tana ideale di chi cerca un rifugio a Sauris di Sotto.
Di magnifici edifici rustici in legno e pietra, con i tetti coperti da scandole e le stanghe di legno che corrono lungo i balconi, ce ne sono tanti a Sauris. Ma ciò che rende speciale questo garni non è tanto l’aspetto estetico esteriore, che pure è molto gradevole: il fatto è che non sembra un albergo, piuttosto ha tutte le caratteristiche e l’aspetto di una casa. Te ne accorgi dagli arredi e dai legni curati, come si addice a gente di montagna, dalla biancheria che profuma d’aria aperta, dai tessuti e suppellettili scelti con gusto. Nulla è lasciato al caso, o peggio alla banalità.
Dietro a tutto questo c’è la passione di Luca ma anche la mano di Raffaella, che pur impegnata a crescere due vivaci bimbetti, si vede che ce la mette tutta. Pugliese di nascita e toscana di adozione, Raffaella si è trasferita a Sauris da poco, per stare con Luca.
E non ha avuto difficoltà ad integrarsi in questa ristretta comunità montana. Ho più amici ora di quando vivevo a Firenze, ti racconta con semplicità quando scendi a colazione. Sul buffet, brioche calde, pane fresco, torte fatte in casa e mille altre delizie, da gustare nel caldo abbraccio della stufa in maiolica che troneggia sul pavimento in pietra.
Ospitalità è una parola che conserva intatto il suo significato tanto nelle mura del garni gestito da questa giovane coppia quanto nella valle di Sauris.
Salendo e scendendo a piedi lungo le stradine del paese, resti piacevolmente sorpreso dalla gente che ti saluta; si fa così da queste parti, anche con chi non è del luogo.
Il giornalaio ha una cassetta senza lucchetti davanti al negozio; prendi il tuo giornale e lasci i soldi in un bussolotto. Se non hai monete in tasca passi il giorno dopo a saldare e i conti alla fine tornano sempre. Una dimensione profondamente diversa da quella a cui siamo tutti abituati.
La strada che separa Sauris da Ampezzo non è lunga e nemmeno si può dire in cattive condizioni, ma è stretta e d’inverno è spesso ghiacciata. Una bella seccatura per i saurani che, per lavoro o per andare a scuola, fanno tutti i giorni su e giù. Ma la gente di Sauris vuole che rimanga così.
Al progetto proposto da qualcuno, di scavare un tunnel e collegare la valle alla strada provinciale della Carnia, si sono opposti praticamente tutti, anche l’unica piccola grande industria del comune, il prosciuttificio Wolf, che produce i famosi salumi affumicati. A dimostrazione che questo paese vuole continuare a vivere a misura d’uomo e, aggiungiamo noi, a misura di turista.
A proposito, se volete andare a trovare Luca e Raffaella, chiedete del Garni Plueme, che significa “fiore” nell’antico dialetto germanico locale. Davvero un bel nome, meritato in pieno.
Alcuni libri che potrebbero interessarti:
Appunti su Sauris di Roberto Venturini, 2006
Con Sauris c’è più gusto. Il prosciutto e i grandi salumi Wolf nelle ricette degli chef di Bepi Pucciarelli, 2009
Guida turistica alla Carnia. Con ricette, flora e fauna di Carlo Lorenzini, 2009
Ultimo aggiornamento: 22 Gennaio 2024 by